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Liminal places - Villa Brentano

Parteciperò con alcune opere alla mostra collettiva Liminal places, che si terrà a Villa Brentano (Busto Garolfo, Milano) dal 1 ottobre al 4 novembre, con il Patrocinio del Comune di Busto Garolfo – Assessorato alla Cultura.

Di seguito trovate il comunicato stampa e tutti i dettagli.

LIMINAL PLACES: TEMPI, LUOGHI E NON LUOGHI, OLTRE LA REALTÀ ATTRAVERSO L’ARTE

PERIODO: Dal 1 ottobre al 4 novembre 2023
SEDE ESPOSITIVA: Villa Brentano – via Magenta, 25 Busto Garolfo (MI)

APERTURA in occasione della Fiera di Autunno di Busto Garolfo: Domenica 1 e Lunedì 2 ottobre, ore 10:00-12:00 / 15:00-18:00

Fin dai tempi della rivoluzione industriale l’ambiente in cui l’uomo vive è in costante mutamento. La città, a partire dai primi del Novecento, diventa simbolo di progresso, di velocità e movimento. Boccioni intitolava “La città sale” la sua opera del 1910, esemplificazione della mentalità futurista, tale per cui l’uomo e il territorio in cui vive siano destinati ad un’espansione costante e celere, in cui l’uomo modifica il suo ambiente per mezzo delle tecnologie e l’ambiente modifica di conseguenza lo stile di vita dell’uomo. In poche parole “La magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: quella della velocità” spiega Marinetti. Poi arriva la guerra e tutto cambia. Quel connubio perfetto che univa uomo e ambiente nella via verso il progresso si sfalda a causa dalla devastazione e la miseria che accompagnano il primo conflitto mondiale. Il Novecento, apertosi con grande carica vitale, sprofonda progressivamente verso il disincanto e l’alienazione. L’arte si rivolge prevalentemente alle conseguenze del conflitto sulla società, modificata dalle grandi ferite cui è stata sottoposta. Nel secondo dopoguerra avviene un parziale recupero della fiducia che veniva riposta nella tecnologia e nei mutamenti della società, specialmente in Italia, dove il peggio è passato e il boom economico trasporta il nostro paese in un periodo di florida urbanizzazione. Questo periodo non è però privo di pensiero critico nei confronti di tale sviluppo e della crescita smisurata di periferie e grandi città. Queste sono le basi per il sentimento conflittuale che si percepisce ancora oggi nei confronti dello stile di vita moderno.

Dario Mellone, esponente delle neoavanguardie sviluppatesi in Italia a partire dagli anni 60, è testimone di molti cambiamenti, della velocità spasmodica con cui il nostro paese affronta la sua ascesa già a partire dagli anni 50. Negli anni 70 affronta la rappresentazione di ambienti urbani esuberanti nella sua serie Città-robot (1973-75) dove la città, e tutto ciò che rappresenta, si tinge di ambiguità: “Le citta’ del futuro non intendono prefigurare ipotetiche citta’ avvenieristiche, ma si pongono come immagine del disordine tecnologico, riscontrabile soprattutto nel presente, e configurando un habitat immaginario in cui si ipotizza la simbiosi dell’uomo e della macchina”. Dario Mellone rappresenta città colorate, euforiche, movimentate, quasi psichedeliche, immagini colorate e d’impatto che trasmettono tutta la vitalità del tempo, con evidenti richiami anche alla pop art statunitense e soprattutto all’estetica delle città futuriste dei primi del secolo. Eppure lo spettatore non può fare a meno di conservare un senso di oppressione, di sovrastimolazione davanti alle sue immense tele che sembrano poter scoppiare da un momento all’altro in un in turbinio di colori e rumori provocando quel sovraccarico sensoriale assillante riscontrabile nelle moderne metropoli. Qui il corpo e la mente sono esposti a continui stimoli, oltre che inseriti in contesti lavorativi spesso spregiudicati e stressanti, che consumano negli anni, intrappolando in un meccanismo che ci vuole sempre più macchine e sempre meno uomini. Forse, come diceva

Pasolini il progresso non va di pari passo con lo sviluppo, e nell’affannosa rincorsa allo sviluppo la nostra società lascia indietro un tassello importante: l’individuo.

È qui che risiede il valore dell’arte, capace di ritagliare uno spazio per il singolo, uno spazio catartico che non necessità di seguire i modelli imposti dalla collettività. LIMINAL PLACES ci vuole trasportare lontano, in tempi e luoghi fuori dalla realtà, dove ci si può fermare e contemplare. L’invito agli artisti è quello di farci immergere nel loro personale locus amoenus, che sia questo reale, metaforico o inconscio. Fare arte vuole dire allontanarsi dal ruolo di ingranaggi, ribellarsi contro la sola richiesta di produttività espressa dalla società- macchina che non ammette pause.

La città ideale non è un concetto anacronistico, ognuno di noi ha dentro di sé una città ideale, forse mancano le coordinate per raggiungerla, ma non deve essere vista come un labile miraggio nel deserto della modernità, deve fungere da ricordanza: nel mondo c’è bellezza e la felicità è raggiungibile.

Qui di seguito gli artisti selezionati per la collettiva: ALESSANDRO ABRUSCATO – FEDERICA AIELLO PINI – ANTONELLA ALBANI – STEFANO BONAZZI – ANGELO BRUGNERA – MAGDA CHIARELLI – DAVIDE CLEMENTI – LELE DE BONIS – LUCIA DIBI – EL.SI – ALBERTO FORNAI – ANTONIO FRANCHI – SERGIO FRANZOSI – EVGENIA KAIKA – SAVERIO MAGNO – CARLO OLPER – ANTEA PIRONDINI – LUCIA SANAVIO – ANDREA SAVAZZI – DADO SCHAPIRA – GINEVRA TARABUSI – URBANSOLID – ALICE VOGLINO – MAYUMI YAMAKAWA – PIETRO ZENNARO.

L’esposizione sarà visitabile nei giorni della Fiera di Autunno di Busto Garolfo (MI), domenica 1 e lunedì 2 ottobre, ore 10-12 / 15-18 e fino al prossimo 4 novembre 2023 con i consueti orari di apertura: da Martedì a Sabato ore 14:30 – 18:00 presso Villa Brentano (1°piano), in via Magenta 25 a Busto Garolfo (MI). L'ingresso alla mostra è libero e gratuito.

Con il Patrocinio di:

Comune di Busto Garolfo – Assessorato alla Cultura

INDEPENDENT ARTISTS – VILLA BRENTANO

VIA MAGENTA, 25 - BUSTO GAROLFO (MI) 20038

EMAIL: info@independentartists.eu

INFO MOB: +39 3334914712

Waterfall, 2023, tecnica mista (acrilico, pastello, matita e collage) su tela, 150 x 120 cm

Solo show - Personale "… del sogno un ponte”

Sono felice di annunciare la mia personale "… del sogno un ponte” a cura di Carlo Micheli, che si terrà alla Casa del Rigoletto dal 7 al 25 aprile 2023, con inaugurazione venerdì 7 aprile ore 18.30.

Di tutto restano tre cose:

la certezza che stiamo sempre iniziando,

la certezza che abbiamo bisogno di continuare,

la certezza che saremo interrotti prima di finire.

Pertanto, dobbiamo fare:

dell’interruzione, un nuovo cammino,

della caduta un passo di danza,

della paura una scala,

del sogno un ponte,

del bisogno un incontro

- Fernando Sabino


Dopo numerose partecipazioni a mostre e premi in Italia e nel resto d'Europa, Federica Aiello Pini ha vissuto per un lungo periodo a Panama, luogo che ha inevitabilmente segnato il suo percorso artistico, maturando in lei una cifra stilistica che si rifà a quei luoghi incantati, fatta di segni e colori intensi, alternati a delicati accostamenti condotti sul filo della memoria. "... del sogno un ponte" Il titolo della mostra personale che l'artista propone alla Casa del Rigoletto di Mantova, per la cura di Carlo Micheli, è tratto da una poesia dello scrittore sudamericano Fernando Sabino.

Vi sono artisti "bigami" per i quali l'arte e la vita reale non devono mai incontrarsi, come moglie ed amante; altri, i "monotoni", che pretendono di fare assurgere la propria quotidianità ad esperienza artistica; oppure i "mistici", talmente propagginati nella propria ricerca, da ignorare gli eventi circostanti; infine ci sono i "sensitivi", artisti dotati di raffinati sensori, capaci di una costante e arricchente contaminazione tra testa e cuore, tra intuizione e razionalità, tra poesia e vita vissuta.

Al novero di questi ultimi appartiene Federica, che ritrovo a distanza di alcuni anni, di tante esperienze, persino di qualche continente e riannuso la sua profonda sensibilità, mutata ma intatta. Più matura concettualmente, più misurata nella gestualità, più attenta alle sfumature, ma sempre lieve, elegante ed eterea nel porsi, quanto rigorosa e intransigente sul piano artistico.

Si resta rapiti dalle atmosfere esotiche dei suoi dittici/trittici, dai quali emana un'idea romantica di biodiversità, ma che sanno emergere dalla sterilità del dire, per indicare come il gesto artistico possa divenire azione e proposizione.

Un'elaborazione del vissuto che si fa immagine, mai mimetica ma spirituale, camminando leggera sul filo di ricordi affievoliti dal presente.

Ci osservano dalla tela Penelopi determinate -reminiscenze della parentesi panamense- donne dell'etnia Kuna che costruiscono, nodo dopo nodo, la propria emancipazione attraverso i saperi antichi della tessitura delle molas. Un lavoro frutto di tradizioni secolari immutabili, erette a protezione dell'identità culturale di quel popolo, ma al tempo stesso motivo di conoscenza e autodeterminazione. Il valore simbolico di queste opere è sottolineato dal progressivo sfaldarsi delle figure, a vantaggio di una realizzazione più indefinita, quasi astratta, un elogio della conoscenza come unico vero strumento di libertà e crescita.

Nella serie dei baci, invece, l'artista ci proietta in una dimensione utopica, dove avviene la perfetta fusione tra i dualismi, tra materiale e spirituale, tra luce e ombra, così come sempre accade nel complesso della sua arte, costantemente in equilibrio sul crinale incerto che separa pretestuosamente realismo e astrazione.

E per finire i collages, strappi col e dal passato, brandelli di opere lontane ma non totalmente sacrificabili, che velano, svelano, rivelano... Lacerti di pelle a risarcire ferite, a mitigare eccessi luminescenti, a sottolineare momenti cruciali. Inclusioni nel recente fare di Federica, dosate col rispetto dovuto al vissuto, ma con lo sguardo rivolto al sarà, col cuore gettato oltre l'ostacolo, oltre la temporalità percepita.

Carlo Micheli, critico d’arte e curatore

Catalogo della mostra, grafica MetAlternativa

Dal 7 al 25 aprile 2023

Inaugurazione: venerdì 7 aprile ore 18.30

Casa del Rigoletto, Piazza Sordello 23 - Mantova

Patrocinio: Comune di Mantova

Orari: tutti i giorni dalle 09:00 alle 18:00

Ingresso libero

Info: info@infopointmantova.it - 0376 288208 - federica@aiellopini.com

Grafica e comunicazione: MetAlternativa

Mediapartner: Frattura Scomposta contemporary art magazine